
Luis Vinicio è ancora molto legato al Lanerossi, che salvò dalla retrocessione nel 1968 con una delle sue micidiali punizioni
Novant’anni e non sentirli. Oppure sentirli tutti ma portarli con eleganza e allegria. Luis De Menezes Vinicio ha compiuto 90 anni e non passa giorno senza che ricordi le stagioni in maglia biancorossa. L’ex centravanti, protagonista negli anni Cinquanta e Sessanta, ha legato il suo nome al Botafogo, al Napoli, al Bologna, al Vicenza (in due diverse fasi, dal 1962 al 1966 e nella stagione 1967-68) e all’Inter. Appese le scarpe al chiodo cominciò ad allenare, prevalentemente squadre di B e C.
Giunto in Italia a 23 anni, fu subito adottato dalla tifoseria napoletana e ribattezzato ‘O Lione. Si mise infatti in luce come grande realizzatore: al suo esordio, il 18 settembre 1955 (Napoli–Torino 2-2), andò in gol dopo appena quaranta secondi di gioco.
Nella stagione 1965-1966, nel suo anno di grazia, Vinicio conquistò la classifica cannonieri con 25 reti (si dovranno aspettare ventisei anni perché un giocatore di serie A segni tanto: sarà Marco van Basten nel 1991-1992), il Lanerossi grazie ai gol del suo bomber giunse quinto.
In esclusiva, in un’intervista rilasciata al Giornale di Vicenza, Vinicio ha raccontato di ricordare soprattutto i canti dei tifosi biancorossi sotto la sua casa di allora, a Vicenza, nella zona tra via Torino e viale Milano. E poi, ha detto, «ho in mente i due gol all’Inter, alla Juventus, al Bologna e al Napoli. Piccole grandi soddisfazioni condivise con compagni meravigliosi».
Anche il L.R. Vicenza, nel giorno del suo compleanno, ha festeggiato Vinicio con un post su Facebook. Auguri grande, immenso bomber!
