
La sfida del Granillo ha riportato il Lane sulla terra dopo 5 risultati utili di fila. Bisogna ripartire dall’atteggiamento mostrato sul 3-0
È stata una gara decisa sostanzialmente dagli episodi. Il Vicenza era partito con un buon piglio, aveva sfiorato il gol in un paio di occasioni con Zonta e chissà, il vantaggio avrebbe potuto indirizzare la partita in maniera diversa. Fatto sta che la squadra di Stellone è stata più cinica e ha saputo capitalizzare le occasioni create, con la complicità in un caso di Brosco (autore del fallo di mano in area che ha mandato Galabinov dal dischetto) e nell’altro di Contini (sul terzo gol di Cortinovis). Il Vicenza è tornato sulla terra, ha capito che la strada che porta alla salvezza è ancora lunga, ma tanto lunga e che una rondine – i 5 risultati utili di fila – non fa primavera.
Però non è tutto da buttare, anzi. La squadra di Brocchi, dopo il tris di Cortinovis, avrebbe potuto alzare bandiera bianca, sedersi completamente e prendere altri due gol. Invece nel momento più buio ha cominciato a crederci e ad uscire dal guscio, mettendo pressione alla difesa amaranto. Tanto che al 35′ della ripresa (troppo tardi però…) è arrivato il gol di Padella. Il forcing finale dei biancorossi avrebbe meritato qualcosa di più. Il punteggio è severo, ma non mente. Il Vicenza è la squadra che conoscevamo da mesi, può solo lavorare a testa bassa e aggrapparsi all’orgoglio. Lo stesso messo in campo nei minuti finali al Granillo. Solo così riuscirà a salvarsi.
