L’ad e dg biancorosso ha anche parlato di budget e dei nomi usciti
A presentare Luca Matteassi è stato Rinaldo Sagramola che sul nuovo diesse ha detto: “Mi sono confrontato con lui circa un mese fa e che mi aveva dato immediatamente la propria disponibilità dal punto di vista tecnico, ma mi aveva chiesto del tempo per risolvere qualche problema personale. Ciò mi ha costretto a sentire, vedere e incontrare tutti quelli che si sono proposti. Sono stati tantissimi, perché il Vicenza e il Vicenza di questa proprietà, è una meta ambita per tutti. Me ne sono stati additati molti, anche improbabili, che mi hanno suscitato grande ilarità. Ho ascoltato tutti, per capire quale fosse la motivazione che gli avrebbe spinti qui. Volevo una persona che non fosse in cerca di motivazioni economiche per strappare un contratto, ma volevo una persona fortemente motivata dalla tradizione della piazza, dall’importanza della proprietà che abbiamo alle spalle e che non si spaventasse di fronte alle responsabilità, cui tutti ovviamente saremo chiamati, e che avesse una maturata esperienza nella categoria, unita ad una fame di risultati ed entusiasmo. E soprattutto, non volevo persone in cerca di pubblicità immediatamente dopo aver parlato con me o molte volte ancor prima di parlare con me. Una cosa che abbiamo apprezzato moltissimo di Luca è la discrezione che ha circondato questa situazione, è importante per chi deve rivestire questo ruolo dimostrare professionalità e grande discrezionalità e non tutti, voglio dire, hanno dimostrato queste qualità, anzi, assai pochi diciamo”.
Sui giocatori in rosa ha detto: “Soprattutto per i più giovani, c’è stato qualche segnale, ma è tutto fermo in attesa di definire con l’allenatore come muoverci. Budget? Ne parleremo con la proprietà, ma lo scorso anno avevamo il terzo monte ingaggi della C e penso ci sia spazio per fare tante cose”.
Infine, ancora una volta, Sagramola ha predicato calma: “Capisco che divento noioso e antipatico, ma mi ripeto, ci vuole tempo. Ci sono eccezioni, ma se guardiamo molte altre società con proprietà importanti e con budget alti, ci hanno messo anni a salire dalla C. Capisco l’ansia nel non vedere la Serie A da 22 anni, ma non se ne può fare una colpa alla proprietà, ci vuole calma e sangue freddo. Occorre gestire le cose con la testa e non con la pancia, altrimenti si fanno solamente danni”.